Ci eravamo lasciati al termine di garadue con la prova balbettante dei lanciatori italiani, ci ritroviamo in una garatre straordinariamente lanciata da due grandi pitcher. L’esito è lo stesso, perché Parma vince ancora (2-0) e si porta sul 3-0 nella serie, a un passo da quello scudetto che manca da 14 anni. Per prima cosa bisogna rendere onore ai due pitcher, Erly Casanova e Siso Lage. Per cinque inning completi hanno lanciato entrambi una no-hit, tutti e due hanno chiuso con 9 strike-out, il partente di Parma ha mandato in base il primo battitore avversario al quinto inning e San Marino non è mai arrivato in terza. Il partente dei titani ha subìto una sola valida, peraltro decisiva, al tramonto della sesta ripresa.
Parma si ritrova con le basi piene già in apertura (con i soliti due bunt) ma Mineo resta al piatto, poi Lage si riprende e infila 13 eliminazioni di fila. Casanova lo eguaglia, 13 out senza soste al ritmo di “un-due-tre” prima di concedere la base a Batista. Facile capire che il primo a cedere perderà la partita. E il momento decisivo, per entrambi, arriva alla sesta ripresa. Lage mette in base il cuore del line-up del Parmaclima, con due basi ai Gonzalez mentre Liddi viene colpito, il “kappa” su Astorri vale il secondo out e visto che non si toglie dal monte un pitcher che non ha ancora subìto valide (pur vicino ai 100 lanci), lo staff di San Marino decide di tenere Lage in pedana. Sul conto di due strike e un ball, Encarnacion in un sol colpo rompe la no-hit a Lage, muove per la prima volta il punteggio e consegna al Parma la partita. Perché Casanova, nonostante le sue prime valide concesse a Di Fabio e Tromp, lascia al piatto Ferrini e nel settimo inning, con corridore in prima, è ancora Diaz a spaventare il popolo di Parma ma la sua volata è preda del guanto di Battioni.
Due considerazioni. Parma ha vinto tre partite con tre battute chiave: il triplo di Desimoni al quinto inning di garauno, il mezzo doppio di Luis Gonzalez al sesto inning di garadue e il singolo stasera di Encarnacion. Mentre San Marino nelle due partite contro pitcher di livello, ha toccato appena 5 valide in 14 inning. Ora i titani sono con le spalle al muro, toccherà a Centeno domani sera invertire una tendenza negativa che in finale dura da sette partite dopo il “cappotto” subìto in finale lo scorso anno contro Bologna. Parma invece è a un passo dal sogno, a patto che il “braccino” non torni pericolosamente corto come nella serie contro Macerata.
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