
“Voglio costruire il più forte team possibile. Inizierò a lavorare da subito al progetto, sarà dura e ci vorrà del tempo, passione e conoscenza per far crescere la nostra Italia. Cercherò di far capire ai nostri giocatori che l’Italia può essere una potenza mondiale, non è una questione di 1-2 anni o un torneo, ma è un percorso lungo. Voglio andare alle Olimpiadi, è il mio sogno. Collaborerò anche con Under 23 e 18, un progetto a medio e lungo termine”.
Così parlò Francisco Cervelli, alla sua prima uscita ufficiale come nuovo allenatore della Nazionale italiana di baseball. E’ pronto a guidare gli Azzurri come non mai, girare per cercare e vedere i giocatori. Perché ritiene che c’è talento dovunque, occorre incontrare i giocatori, anche nei piccoli centri. Tra World Baseball Classic, Europeo ma anche Olimpiadi, per l’ex-ricevitore degli Yankees si prospetta un intenso piano di attività per costruire una nuova e competitiva Italia. La prima grande sfida è quella di trovare gli atleti migliori possibili in Italia e nel mondo. Sull’obiettivo Classic, Cervelli sostiene che la squadra si costruisce all’ultimo momento, perché non sai su quali contare fino davvero all’ultimo, in un girone importantissimo. La sfida è grande ma anche l’entusiasmo per affrontarla. Però, dice Cervelli, occorre collaborazione.
“Dobbiamo lavorare tutti assieme, collaborare tutti anche i club, anche se non si va d’accordo. Quando perdi molto ti ci abitui, ma dobbiamo cambiare questo, dobbiamo metterci nell’ottica di vincere e anche gli altri devono capire che l’Italia può vincere. Servono risorse positive. Non riguarda me, Ned Colletti o Marco Mazzieri, ma riguarda l’Italia e tutti devono essere dentro questo progetto. Bisogna creare una forte identità Italia, una superpotenza del baseball”.
Alla domanda come si combina il lavoro in un’Accademia di sviluppo con una squadra Elite, Cervelli risponde: “L’obiettivo è giocare a baseball, alimentare la passione, per i giovani può non essere facile perché il fallimento può essere frustrante. Il baseball è probabilmente il più duro sport del mondo e non tutti sono pronti per questo gioco, ma io voglio potermi confrontare e connettermi con tutti. Mi trasferirò tra poche settimane in Italia, vorrei avere il più possibile giocatori italiani impegnati anche nel Classic e scegliere i migliori”.
Oltre Cervelli, è arrivata un’altra importante nomina mel team Italia. Quella di Ned Colletti che sarà General Manager dell’Italia per il World Baseball Classic 2026. GM dei Dodgers dal 2006 al 2014, membro della Italian American Sports Hall of Fame dal 2015, inizierà da subito il lavoro di costruzione della squadra azzurra per la più importante competizione mondiale.
“Qual è la più grande sfida che l’Italia affronterà preparandosi per il Classic? IL WBC è molto cresciuto negli ultimi anni, durante l’ultima edizione ha raggiunto livelli record di audience come per il Superbowl, c’erano oltre 55 milioni di giapponesi collegati per la finale. L’interesse è enorme e molteplice, è un grande torneo, la competizione cresce, la responsabilità è trovare i migliori giocatori per costruire la squadra”.

Colletti ama il baseball, lo vede ovunque, vuole che si sviluppi. Ha accettato questo progetto perché vuole che gli italiani guardino il gioco e possano svilupparsi soprattutto a livello internazionale: “Ho portato i Dodgers in Cina, adesso voglio applicare questo sviluppo in Italia, magari in 15 anni ci saranno anche più italiani in campo. Sarà un lavoro duro, ma sono abituato, mi auguro che tra 15 anni ci guarderemo indietro e vedremo al 2026 come anno di svolta”.
A proposito dell’utilizzo dei giovani prospetti italiani per il WBC e della possibilità di pensare di più ai giocatori di MLB dice: “Vorremmo avere italiani, perché gli italiani vogliono vedere i giocatori delle loro città. Molto importante per gli italiani è anche avere la possibilità di giocare negli USA, la migliore combinazione sarà di avere giovani nati e cresciuti in Italia e altri della MLB. Mi auguro che gli italiani abbiano sempre più opportunità negli USA per farsi vedere a questo livello, ma l’opportunità è per tutti, anche vedere ragazzi della porta accanto. Per i giovani essere in campo e nello spogliatoio con giocatori MLB è una grande opportunità di crescita”.
Interviene anche il neoeletto Presidente FIBS Mazzieri: “Non arrivi al Classic perché sei italiano, ma perché con il sacrificio sei arrivato a essere un giocatore internazionale, le opportunità ci sono, ma te le devi guadagnare. Vengo da un’esperienza in Nazionale nella quale il Presidente Federale non ha mai messo bocca, mi è stato vicino ma non ha mai interferito. Io sarò presente per Ned e Francisco per qualsiasi cosa, ma le scelte saranno le loro, aiuterò con la mia esperienza, ma con loro sono io a essere gratificato e avere la possibilità di collaborare”.
Ned Colletti aggiunge: “Questo è un team, collaboreremo tutti insieme. Quando il vertice è affiatato e collabora, a volte anche discute, utilizza il modo migliore affinché tutti possano dare il meglio. Scouting? Arriverò in Italia a fine luglio per guardare i giocatori italiani disponibili quando saranno nel momento migliore della forma, prima da aprile a giugno farò scouting negli States, vedrò prima metà della stagione, sarò in Arizona”.
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